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La manovra economica affamerà il paese...

>> lunedì 5 dicembre 2011


Riassumo in breve la manovra economica approvata dal consiglio dei ministri:


1. Costi della politica


Le giunte provinciali sono abolite. I consigli provinciali avranno un massimo di 10 componenti – oggi sono 45 – eletti dai consigli elettivi, comunali e regionali. Tutte le cariche delle giunte provinciali decadranno il 30 novembre 2012, i dipendenti delle province saranno trasferiti in regioni e comuni. Le nuove province avranno solo funzioni di “indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale”. Monti ha spiegato che non potendo abolire le province per legge ordinaria, questo era il segnale più forte che il governo potesse dare in questa direzione. Il risparmio previsto è oltre 500 milioni di euro... Praticamente niente; in compenso si taglia un livello importante di democrazia intermedia.

Si stabilisce anche il principio della gratuità delle cariche elettive negli organi territoriali non previsti nelle Costituzione, che si considerano a titolo onorifico: si parla dei gettoni di presenza per consigli e giunte circoscrizionali, ma la norma potrebbe interessare anche organismi come le comunità montane o le autorità di bacino.
Mario Monti rinuncia ai suoi compensi da presidente del Consiglio e ministro dell’Economia (tanto è senatore a vita!). Tutti i membri del suo governo sottoscriveranno una dettagliata e trasparente dichiarazione sullo stato dei propri patrimoni, andando oltre quanto previsto dalla legge, e non potranno percepire alcun doppio stipendio.
Il numero dei membri di tutte le authority viene ridotto, quasi dimezzato. Sono invece soppresse l’agenzia per la sicurezza nucleare, l’agenzia per il terzo settore, l’agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, l’ente nazionale per il microcredito, l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, l’ente per il turismo. Il numero dei membri del CNEL sarà ridotto da 50 a 28. Nasce invece una authority per i trasporti. Una serie di consorzi di fiumi e laghi confluiranno in un unico consorzio nazionale. ENPALS e INPDAP saranno accorpati all’INPS. Tutti gli enti che ricevono fondi dallo Stato dovranno, entro 10 giorni dall’approvazione della manovra, trasmettere i bilanci alle amministrazioni vigilanti e al ministero dell’Economia.

2. Pensioni


Dal 2012 saranno calcolate per tutti con il metodo contributivo, cioè sulla base dei contributi che i lavoratori hanno versato nella loro intera vita lavorativa, il cosiddetto montante contributivo, rivalutata sulla base di precise aliquote e tassi di rivalutazione. L’importo annuo della pensione viene calcolato moltiplicando il montante per un coefficiente di trasformazione, un numero che varia a seconda dell’età del lavoratore al momento in cui è andato in pensione.
Gli uomini potranno andare in pensione con 42 anni e un mese di contributi, o all’età di 66 anni. Le donne potranno andare in pensione con 41 anni e un mese di contributi, o all’età di 62 anni. Spariscono nominalmente le pensioni di anzianità, che saranno quindi “pensioni anticipate”: i lavoratori che decideranno di lavorare oltre le soglie, fino a 70 anni, saranno premiati da un sistema di incentivi. Sia per gli uomini sia per le donne sarà necessario un requisito minimo di anzianità contributiva di 20 anni.
L’età pensionabile diventa quindi flessibile, dai 62 ai 70 anni per le donne, dai 66 ai 70 anni per gli uomini, con un meccanismo che premia chi va in pensione più tardi. L’aumento dell’età pensionabile è temperato dall’abolizione delle finestre, che spesso rendeva necessario attendere mesi, fino a un anno, per andare in pensione, dopo il raggiungimento della soglia. La pensione verrà invece erogata il mese successivo alla maturazione dei requisiti.
Le pensioni minime e quelle alte fino a due volte il minimo, circa 950 euro al mese, continueranno a essere aggiustate in funzione dell’inflazione. Le altre no per il 2012 e il 2013, ed è descrivendo questo passaggio che ieri il ministro Fornero si è commosso.
Le nuove regole non si applicano alle persone, entro il limite di 50 mila, che maturano i requisiti odierni entro il 31 dicembre 2011, che si trovavano in mobilità alla data del 31 ottobre 2011, che sono interessati dai piani di esubero, nonché gli ex lavoratori che sono stati autorizzati ai versamenti volontari entro il 31 ottobre 2011.
Taglio dei privilegi. Oggi le aliquote di prelievo dei lavoratori autonomi sono minori di quelle dei dipendenti, 20-21 per cento rispetto al 33 per cento. La manovra innalza i contributi di commercianti, artigiani, coltivatori diretti e aziende agricole dello 0,3 per cento ogni anno per arrivare a due punti in più in percentuale nel 2018.

3. L’imposta sulla casa

L’IMU, l’imposta municipale unica introdotta dal federalismo fiscale, sarà anticipata al gennaio 2012. Saranno tassate anche le prime case: aliquota base allo 0,76 per cento, 0,4 per cento per le prime case. I sindaci potranno ridurla ulteriormente. L’imposta sarà applicata sul valore catastale degli immobili, che sarà ricalcolato secondo coefficienti rivalutati per il 60 per cento, quindi ben più alti che in passato. Ci sarà una detrazione sulla prima casa che esenterà molte famiglie, si calcola che almeno il 60 per cento di proprietari di prime case non pagherà l’IMU. L’incremento delle rendite catastali si applica ai soli fini del calcoli dell’IMU e non sull’IRPEF – che non sarà aumentata, come si era detto nei giorni scorsi – né sulle compravendite.

4. Tassa sui capitali scudati

I capitali rientrati dall’estero con lo scudo fiscale approvato dal governo Berlusconi, e tassati per il 5 per cento, pagheranno una doppia imposta di bollo (escamotage per rendere costituzionale una tassazione retroattiva che altrimenti sarebbe stata abbattuta dai ricorsi). Su quei capitali si pagherà quindi un’imposta una tantum dell’1,5 per cento, e con quei soldi si coprirà l’adeguamento all’inflazione delle pensioni fino a 960 euro... Questo è uno scandalo: tali capitali erano praticamente sfuggiti al fisco totalmente ed ora sono tassati complessivamente del 6,5%. In altri paesi si è arrivati al 45%, ma se si fosse applicata un'aliquota del solo 30% il resto della manovra sarebbe stato inutile, visto che si tratta di 100 miliardi, ma Monti (nella sua equità) ha optato per un'aliquota dell'1,5%... vergogna!

5. Tasse sui beni di lusso

Vengono introdotte una tassa sullo stazionamento e il rimessaggio delle imbarcazioni superiori a 10 metri di lunghezza (che quindi si dirotteranno in Croazia affossando ancora di più un settore che invece dovremmo sostenere), una tassa di possesso sugli aerei ed elicotteri privati, un superbollo aggiuntivo sulle auto con potenza superiore ai 170 kW.

6. Patrimoniale sulle attività finanziarie

L’imposta di bollo sui conti correnti bancari viene estesa anche al deposito titoli e ad altri strumenti e prodotti finanziari, come le polizze assicurative sulla vita, i fondi immobiliari e i fondi comuni. Ci sarà una soglia di esenzione, ma per gli investimenti superiori a 5000 euro il bollo sarà più che raddoppiato: il governo deve ancora comunicare le aliquote precise.

7. Misure per la crescita

L’IRAP sul costo del lavoro sarà deducibile per le imprese, così da incentivare le assunzioni (in particolare quelle di donne e giovani). Viene rafforzato il fondo di garanzia sui prestiti alle piccole e medie imprese. Fino al 30 giugno 2012 lo Stato farà da garante anche per le passività delle banche italiane. Allo scopo di fornire un “Aiuto alla Crescita Economica”, definito con l’acronimo ACE, viene introdotta a partire dal 2011 un’agevolazione alle imprese che aumentano il capitale proprio: le imposte sui redditi saranno deducibili per “rendimento nozionale” figurativo, la cui aliquota sarà fissata entro il 31 gennaio di ogni anno. La misura ricorda la dual income tax introdotta dall’ex ministro Visco.
Liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie. Liberalizzazione sperimentale degli orari di apertura degli esercizi commerciali nelle località turistiche e città d’arte. I gestori delle pompe di carburante potranno rifornirsi da qualunque produttore, senza clausole di esclusiva. Se entro il 13 agosto 2012 non saranno varate norme per la riforma degli ordini professionali, questi verranno soppressi.
Gli immigrati che hanno chiesto il permesso di soggiorno ma non l’hanno ancora ricevuto potranno sottoscrivere regolari contratti di lavoro.

8. Evasione fiscale

Introduzione del limite di 1000 euro per i pagamenti in contanti. Incentivi e agevolazioni fiscali per i professionisti e le piccole imprese che accettano la piena tracciabilità dei propri ricavi. Monti ha detto inoltre che una delle misure più importanti contro l’evasione è una non-misura: la sua categorica esclusione riguardo l’approvazione di condoni di qualsiasi genere.

9. IRPEF

Non c’è l’aumento dell’IRPEF di cui si era molto parlato la settimana scorsa, ma l’addizionale regionale dell’imposta sui redditi passa dall’attuale 0,9 per cento all’1,23 per cento.

10. Lire

Si stabilisce la prescrizione anticipata delle lire in circolazione a favore dell’erario.

11. Enti locali

I fondi per le regioni vengono tagliati di 3,1 miliardi a partire dal 2012: 2,1 alle regioni a statuto ordinario e 1 alle regioni a statuto speciale. I fondi per i comuni con più di 5000 abitanti vengono tagliati di 1,4 miliardi dal 2012. I fondi per i comuni con più di 1000 abitanti vengono tagliati di 1,4 miliardi dal 2013.

12. Pareggio di bilancio

Il governo prevede con la manovra di blindare gli obiettivi di risparmio già previsti in bilancio per 2012, 2013 e 2014. Se non dovessero bastare, scatterà un aumento di 2 punti delle aliquote IVA del 10 e del 21 per cento a partire da giugno del 2012, con un ulteriore scatto di mezzo punto dal giugno del 2014... se saremo ancora vivi.

Qualche considerazione

La “crescita” è rimasta nelle intenzioni, ma non è riuscita a entrare nel provvedimento. Problemi di mancanza di idee, certamente, ma anche di impossibilità di far crescere individualmente un singolo paese in un contesto continentale (e globale) che ha già virato verso la recessione.
Cominciano a circolare diverse previsioni sull'impatto economico della manovra del governo Monti sui redditi delle famiglie. Si va da un minimo di 635 euro (Cgia) ad un massimo di 2.895 (Adoc) ad una media di 1.173 euro (Adusbef, Federconsumatori). Con i salari bloccati e le indicizzazioni sulle pensioni congelate, è un massacro sociale quello che attende la gran parte dei settori popolari.

ll prelievo sulle barche e i natanti di lusso porterà nelle casse dello Stato solo 285 milioni di euro. Se proviamo a fare i calcoli su quanto invece verrà bruciato dei redditi delle famiglie di lavoratori e pensionati sull'altare del debito pubblico (parliamo di almeno venti milioni di famiglie su venticinque), il risultato cambia notevolmente.

La “stangata” - secondo le stime di Adusbef e Federconsumatori - peserà per 1.173 euro a famiglia nel 2014 quando avranno effetto tutte le misure previste dalla manovra circa . In particolare la famiglia tipo avrà una perdita di 206 euro l'anno dovuta ai tagli su pensioni ed enti locali e un aggravio dei costi di 907 euro per le maggiori imposte. Entrando nel dettaglio della sola manovra Monti: il mancato adeguamento dell'indicizzazione delle pensioni oltre i 935 euro al mese inciderà per 43 euro all'anno, il taglio agli Enti locali per 163 euro, l'aumento dell'Iva (dal 9/2012) per 270 euro, gli aumenti dell'Imu (ex Ici) sulla prima casa per 440 euro, l'aumento delle accise sui carburanti per 120 euro, il bollo sui depositi titoli fino a 50.000 euro per 47 euro, l'aumento dell'addizionale regionale dello 0,3% per 90 euro. Adusbef e Federconsumatori sottolineano che i mancati interventi a sostegno del potere di acquisto delle famiglie con redditi medio-bassi (attraverso politiche fiscali e sostegni sociali ) sarà quello di accentuare la recessione economica e le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Diseguaglianze che, come ha recentemente osservato l'OCSE sono in crescita in tutti i paesi occidentali ma in Italia in particolare. Se nel nostro Paese i redditi più elevati sono cresciuti dell'1,1 per cento all'anno, quelli più bassi hanno registrato una aumento del solo 0,2 per cento. Oltre 5 volte di meno. Un fenomeno che ha portato i redditi del 10 per cento tra i più ricchi della popolazione italiana ad essere nove volte maggiori di quelli del 10 per cento più poveri. Un livello di diseguaglianza superato in Europa solo da Portogallo e Gran Bretagna.

La manovra del governo costerà invece 635 euro medi a famiglia secondo il calcolo della Cgia di Mestre che stima l'importo complessivo della manovra a 30 mld lordi di cui 16 mld andranno ad impattare direttamente sui 25 milioni di nuclei familiari italiani. Ma il conto, aggiunge la Cgia, è destinato a salire: se si sommano gli effetti delle manovre economiche varate dal governo Berlusconi infatti il peso sui bilanci familiari raggiungerà, nel quadriennio 2011-2014, i 6.400 euro. Tornando alla manovra Monti la Cgia stima un importo pari a 30 miliardi di euro lordi. «Se a questa cifra si sottraggono i 10 miliardi che saranno destinati allo sviluppo e si rimuovono anche i 4 miliardi che andranno ad evitare il taglio delle agevolazioni nel 2012, l'effetto complessivo della manovra sulle famiglie sarà pari a 16 miliardi di euro. Pertanto, questa entità inciderà mediamente su ciascuno dei 25 milioni di nuclei familiari italiani per un importo pari a 635 euro nel triennio 2012-2014», spiega il segretario Giuseppe Bertolussi. «Complessivamente - conclude - queste 3 manovre avranno un effetto complessivo nel quadriennio 2011-2014 pari a 161,1 miliardi di euro. Una vera e propria stangata che, probabilmente, riuscirà a far quadrare i conti ma rischia di mettere in ginocchio l'economia del Paese».

Per l'Adoc l''impatto della manovra del Governo Monti sulle famiglie sarà pari a 2.895 euro annue. Con gli aggravi di spesa derivanti dalla precedente manovra finanziaria messa in atto dal Governo Berlusconi le famiglie vedranno bruciate complessivamente 2 mensilità medie di stipendio. A sostenerlo è l'Adoc in un comunicato. Altro che tredicesima, sottolinea il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Pileri, «le famiglie potranno contare solo su undici mensilità l'aumento dell'Iva al 21% e l'aumento delle accise sui carburanti introdotti nell'ultimo anno hanno comportato un aggravio di spesa medio di 480 euro l'anno a famiglia. A cui vanno aggiunti gli aumenti e i rincari derivanti dall'appena varata Manovra del Governo Monti, pari a 2.895 euro l'anno». Complessivamente, quindi, rileva Pileri, «alla fine del prossimo anno le famiglie avranno subito un aggravio di spesa totale di 3300 euro, l'equivalente di due mensilità medie, il 16% del reddito complessivo.


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