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l'Italia che fallisce è al nord...

>> domenica 29 aprile 2012


Nel primo trimestre 2012 in Italia si sono registrati 3.001 fallimenti,  quasi 33 ogni giorno. Un dato, questo, che evidenzia un incremento del +0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2011 ma, soprattutto, un drammatico +36,6% rispetto ai primi tre mesi del 2009, quando la crisi economica aveva da poco iniziato a far sentire i suoi effetti. E' quanto emerge dall'Analisi dei fallimenti in Italia realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information. Dal 2009 al 2012 il trend dei fallimenti nella penisola mostra un evidente e costante aumento: dalle 2.202 chiusure registrate nel primo trimestre 2009, infatti, si è passati ai 2.825 casi del primo trimestre 2010, ai 2.988 del primo trimestre 2011, fino ai 3.001 rilevati al 31 marzo scorso. Dal 1 gennaio 2009 alla rilevazione attuale in Italia sono state complessivamente 35.839 le imprese che hanno portato i libri in Tribunale dichiarando fallimento.Anche nei primi tre mesi dell’anno in corso i fallimenti si sono concentrati principalmente nelle aree della penisola geograficamente situate a centro-nord.
Oltre un quinto dei casi, infatti, riguarda la Lombardia, di gran lunga la regione italiana più colpita, dove nel primo trimestre 2012 hanno portato i libri in tribunale 633 imprese, pari al 21% del totale nazionale. La seguono il Lazio, con 332 fallimenti, e il Veneto con 246, che chiudono la poco invidiabile classifica delle regioni con il maggior numero di fallimenti nel trimestre. La statistica vede per i primi 3 mesi del 2012: 1494 fallimenti al nord (8 regioni); 726   fallimenti al centro (4 regioni) e 781   fallimenti al sud e isole (8 regioni). Il settore delle costruzioni si conferma essere quello maggiormente colpito con 370 fallimenti nei primi tre mesi 2012, pari al 12,3% del totale. Tra gli altri comparti più in difficoltà si segnalano in particolare quello degli installatori (254 fallimenti nel primo trimestre 2012), il commercio all'ingrosso (206 casi), il settore immobiliare (152), l'industria di manufatti in metallo (134), il trasporto e servizi merci su gomma (131), i ristoranti e bar (115). Nel periodo dal 1/1/2009 al 31/3/2012 la statistica vede: 18690 fallimenti al nord (8 regioni); 7989   fallimenti al centro (4 regioni) e 9157   fallimenti a sud e isole (8 regioni). Ma la crisi di fiducia che dalla metà del 2011 colpisce l’Italia e l’Europa riguarda più il nord che il sud. Ad esempio in Campania tra gennaio e dicembre dello scorso anno i registri delle Camere di commercio rilevano la nascita di 36.696 nuove imprese, a fronte delle quali 30.834 cessano l’attività. Il saldo, quindi, segna più 5.862 aziende: E’ quanto emerge dall’indagine Unioncamere su dati Infocamere. Il tasso di crescita della regione è pari a 1,32 per cento, rispetto a una media italiana dell’1,19 per cento e del Mezzogiorno pari all’1,24 per cento. Un vero e proprio boom per le società di capitali: le nuove sono 4.852. Il trend campano conferma l’andamento nazionale: l’85 per cento della crescita va attribuita alle imprese nate in forma di società di capitali. Più di un terzo delle imprese italiane nate nel 2011 ha sede nel Mezzogiorno.

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