Domenica delle palme...
>> sabato 23 marzo 2013
Nasce a Villaricca in provincia di Napoli il 14 dicembre del 1972 il sacerdote don Luigi Merola... Frequenta il Seminario minore "Paolo VI" e il Seminario Maggiore "Ascalesi" di Napoli. È ordinato Sacerdote il 22 giugno 1997.
Laureato (1996) e specializzato (1999) in teologia spirituale presso la facoltà teologica dell'Italia meridionale "San Luigi", è assegnato, come prima destinazione, nella parrocchia di San Ludovico d'Angiò, in Marano di Napoli, in qualità di viceparroco, dove resta fino al 30 settembre 2000. Qui porta avanti un folto gruppo di Azione Cattolica, organizza con i giovani l’assistenza serale ai barboni e ai senza dimora della stazione centrale di Napoli e si dedica all’educazione dei bambini più disagiati, organizzando un oratorio molto attivo e promuovendo la lotta contro l’usura.
Dal 1 ottobre 2000 viene assegnato, prima come viceparroco e poi, dal 1 aprile 2004, come parroco in solidum, presso la parrocchia di San Giorgio Maggiore, nel quartiere napoletano di Forcella, dove resta per sette anni, fino al 24 giugno 2007. La sua attività è rivolta specialmente ai bambini, che hanno la parrocchia come unico punto di aggregazione e di alternativa alla strada. Si adopera e promuove, tutti i pomeriggi, un “doposcuola” e si impegna per il riscatto civile e sociale del quartiere creando corsi di informatizzazione, di musica, ballo, canto e laboratori di teatro. Intanto si laurea e si specializza in Scienze Sociali (2007) presso l'Università degli Studi "G. Marconi" in Roma.
Il periodo di permanenza a Forcella è stato segnato dal tragico evento, avvenuto nel 2004, dell’uccisione di una ragazzina, Annalisa Durante, trovatasi per caso a passare nel luogo dove era in atto un agguato camorristico. Ignorando gli inviti a mantenere un profilo basso, don Merola nell'omelia del funerale attacca duramente la camorra e, pur fatto oggetto di minacce, ha proseguito la sua opera di sensibilizzazione contro la criminalità organizzata. Successivamente è stata aperta una scuola che tuttora porta il nome di questa ragazza. Nel 2003, inoltre, don Luigi ha fatto smantellare tutte le telecamere che erano state messe nel quartiere dai clan della camorra e ha consegnato al questore una videocassetta per documentare lo spaccio di droga.
Don Luigi ha raccontato in più occasioni del suo arrivo nel rione Forcella come parroco, una destinazione che era non una promozione, ma una punizione da parte della gerarchia ecclesiastica perché senza autorizzazione del vescovo aveva aiutato ad uscire dall’usura una famiglia. In uno dei suoi interventi pubblici, spesi nella testimonianza della sua esperienza a chiunque abbia voglia di ascoltarlo, disse: "Quando arrivai al Duomo, perché Forcella è vicino al Duomo, scoprii un quartiere controllato dalle telecamere... pensai che erano quelle delle istituzioni ed invece dovetti ricredermi perchè erano quelle messe dai camorristi per proteggersi. Passando per la strada che mi doveva portare alla mia chiesa, fui perquisito da due ceffi che mi misero le mani addosso. Era la prassi. Fui scambiato per uno di loro”.
Poi si ferma, tira fuori dalla tasca alcuni fogli scritti a mano ed aggiunge: “Prima di venire qui, mi sono chiesto cosa dire in un incontro di questo tipo ed allora o chiesto alla mia scorta di tornare indietro e prendere una lettera che mi è stata recapitata qualche giorno fa nella sede della mia fondazione “A voce d'e creature”, e, per la prima volta, leggo una parte del suo contenuto: "Ti conoscevo, conosco la tua testardaggine e il tuo coraggio, sei una persona che dava e dai fastidio al male e purtroppo era capitato a me di eliminarti e spegnerti, ma fortunatamente ciò non è successo perchè quel giorno quando sono entrato in chiesa tu stavi spiegando il passaggio del Vangelo sul figliol prodigo e non me la sono sentita di portare a termine il mio compito anche se sapevo le conseguenze alle quali sarei andato incontro”.
“Tra poco -continua il sacerdote- tornerò a Napoli a dirigere quello che ho creato nella qualità di presidente della fondazione 'a voce de creature. Dopo Napoli e Pompei altre ne sorgeranno a Benevento e Caserta.” Don Luigi ha poi mostrato un assegno ricevuto a sostegno dalla sua iniziativa, suggerendo di non arrendersi e che come la chiesa lavora per la gente senza compromessi, anche la politica deve liberarsi dai compromessi e le istituzioni debbono essere al servizio della gente.
“Tra poco -continua il sacerdote- tornerò a Napoli a dirigere quello che ho creato nella qualità di presidente della fondazione 'a voce de creature. Dopo Napoli e Pompei altre ne sorgeranno a Benevento e Caserta.” Don Luigi ha poi mostrato un assegno ricevuto a sostegno dalla sua iniziativa, suggerendo di non arrendersi e che come la chiesa lavora per la gente senza compromessi, anche la politica deve liberarsi dai compromessi e le istituzioni debbono essere al servizio della gente.
“Quando leggo - ha concluso don Luigi - davanti alla porta di un sindaco, ricevo il lunedì dalle ore… alle ore …, io a questo sindaco gli dico ma perchè non te ne stai a casa”.
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