Scontro di civiltà
>> sabato 10 gennaio 2015
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Il clima è davvero da"scontro di civiltà"?
Questo nuovo clima è pienamente riflesso nel lavoro che vi presento di Claudio Corradetti e Andrea Spreafico, i quali si misurano coraggiosamente con una delle big questions del nostro
tempo, saggiando criticamente la tenuta della tesi huntingtoniana del tendenziale “scontro di civiltà” e mettendo in campo
un originale mix di considerazioni filosofiche nel merito del
relativismo e della possibile traducibilità dei linguaggi, di teoria sociale e politica e di analisi sociologica empirica intorno
al profilo culturale degli immigrati islamici in Europa. Il coraggio e il pregio del libro è quello di fare reagire insieme due
piani: la domanda teorica intorno alla possibilità di un universalismo in grado di coniugarsi con la differenza delle identità
e delle culture e lo sforzo di testare possibili risposte sul terreno concreto e pressantemente topical della tensione fra
identità islamica e cultura occidentale.Il pregio maggiore del lavoro di Corradetti e Spreafico è
proprio quello di camminare con grazia su una sottile corda
che li tiene sospesi fra due precipizi entrambi da evitare: quello di un universalismo insensibile alle culture, alle differenze,
ai contesti e quello di un’ermeneutica che delle culture, delle
differenze, dei contesti rimane irrimediabilmente ostaggio. Un
camminare sul filo che prende le mosse da una domanda pra-
tica del presente – lo “scontro di civiltà” è veramente una
minaccia ineluttabile e, nel caso, come possiamo evitarlo? – e
la affronta combinando elementi tratti tanto dalla riflessione
teorica sull’identità e sulla traducibilità interculturale quanto
dai nostri saperi intorno alle identità oggi a maggior rischio di
entrare in tensione con l’idea cosmopolitica di diritti umani
fondamentali, quella islamica in primo luogo. La migliore teo-
ria nasce sempre così.
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