La tragedia di due uomini ridicoli
>> sabato 30 marzo 2013
Il 27 marzo, giornata mondiale degli idoli infranti e degli Icari volati troppo vicino al sole, Mario Monti e Pierluigi Bersani si sono trovati uniti nel destino di condividere una sconfitta cocente e con l’aggravante della figura demmerda in streaming. Per usare un termine finanziario, ovvero della neolingua euroimperiale, abbiamo assistito all’esplosione di due bolle. Quella della destra presentabile ed autorevole e quella del grande partito serio e responsabile della sinistra.
Partiamo da Bersani e dal suo tentativo in mattinata di convincere gli esponenti del M5S - movimento notoriamente di aspirazione rivoluzionaria – ad appoggiare un suo governo, a sentir lui, pieno di rinnovamento ma in realtà incistato nel tessuto dell’ancient regime. Per rendere l’idea, è come se Luigi Capeto avesse pensato di cavarsela offrendo a Robespierre un posto da dirigente in una municipalizzata. Grillo non è Robespierre ma il vento di cambiamento sta spirando lo stesso e il piddino non lo capisce, soprattutto se vince le primarie.