Tommaso è il discepolo che ci rappresenta nei nostri dubbi e tormenti: anche noi abbiamo bisogno di garanzie per credere, di toccare e vedere con i nostri occhi il Risorto. La nostra fede vacillante deve arricchirsi di una esperienza concreta! Il Salvatore accoglie la provocazione dell’uomo: con totale umiltà offre se stesso all’incredulità ed abbassa le vette dell’altezzosa pretesa di Tommaso, il quale si abbandona ad una sincera professione di fede: "Mio Signore e mio Dio!". Anche noi condividiamo questo stesso percorso di fede: dal buio alla luce, dal dubbio alla certezza. Non siamo meno fortunati di coloro che hanno vissuto a fianco di Gesù, non siamo meno felici dei suoi contemporanei. La condivisione della stessa fede degli apostoli, da costoro trasmessa con fedeltà ininterrotta, ci rende partecipi della beatitudine di Cristo: Beati quelli che pur non avendo visto crederanno(Gv 20, 29).
Dal "Commento alla Prima Lettera di S. Giovanni" di sant’Agostino, vescovo (In Io. Ep. tr. 1, 3)
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