Giornalisti e TV... (Prima parte)
>> giovedì 7 marzo 2013
“Io conosco il segreto per far credere all’americano medio tutto ciò che desidero. Datemi soltanto il controllo della televisione… mettete qualsiasi cosa in televisione ed essa diventa realtà. E se il mondo esterno alla TV contraddice le immagini, la gente inizierà a modificare il mondo per adeguarlo alle immagini della TV…”
(Hal Becker, “esperto” di media e consulente del management per The Futures Group, intervista del 1981) [1]
Nei 15 anni trascorsi da questo commento di Becker, gli americani sono diventati sempre più “connessi” a una rete mediatica di massa che ora comprende anche computer e videogames, nonché internet. Una rete onnipresente il cui potere è così pervasivo da essere dato quasi per scontato. Come ha detto un noto comico: “Siamo davvero un popolo la cui coscienza è mediatica. Conosco un tale che è stato investito da una macchina per la strada. Non ha voluto andare all’ospedale. Si è trascinato invece fino al bar più vicino per controllare se lo avevano messo nel telegiornale della sera. Quando ha visto che non c’era, ha esclamato: “Ma che bisogna fare, farsi ammazzare, per andare in televisione?”.