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Pronti, propaganda, via!

>> sabato 19 maggio 2012


Quando un attentato come quello di Brindisi ha una così chiara matrice (per me, almeno, il modus operandi è inconfondibile, quasi una firma), la funzione della stampa cartacea e televisiva è sempre la solita:

a) Far sì che chi deve recepire il messaggio lo recepisca forte e chiaro, con tutti i suoi elementi "simbolici" di contorno. Non sto parlando di simbolismo "massonico" o altre amenità simili, ma è chiaro che un attentato contro una scuola, che non colpisce quindi in modo diretto i centri di potere che si intende ricondurre a più miti consigli (forse perché non vuole colpirli direttamente, forse perché non può farlo), rappresenta per tali centri un avvertimento in cui il messaggio è contenuto, per forza di cose, nel momento, nel luogo, nei nomi, nelle modalità, ecc. In questo caso, come ripeto, il destinatario sembra essere Finmeccanica e tutti quegli ambienti economici, finanziari, industriali e politici che con essa stanno "tramando" qualche mossa di cui ancora non riesco a percepire i caratteri (o che semplicemente si oppongono alla privatizzazione che è stata gia decisa), ma che deve avere comunque per fulcro un qualche riassetto strategico nazionale o più probabilmente (vista la bestialità dell'attentato) internazionale;

b) Far sì che tutti gli altri non ci capiscano niente. Ecco quindi che l'apparato di disinformazione tira fuori dalla saccoccia il solito armamentario di termini senza nessun significato, buoni per chi si ciba di parole anziché di ragionamenti: la mafia, il terrorismo, la vile aggressione allo Stato, ecc. ecc. Mi stupisco di non aver sentito nominare, in questa occasione, anche gli anarco-insurrezionalisti. Nella pletora di minchiate che si sfoderano per queste grandi occasioni non avrebbero sfigurato affatto.

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L'Italia non è un paese serio...

>> lunedì 14 maggio 2012


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Propaganda, vomitevole propaganda

>> giovedì 10 maggio 2012


Che desolazione... che deturpazione intellettuale nel contesto italiano. Non c'è nessuno, apparentemente, che riesca a decifrare la realtà; prigionieri di un'inesorabile rappresentazione di essa. Prigionieri della statistica, che è la scienza che più di tutto si presta alla distorsione rappresentativa.
Faccio un esempio che mi pare calzante allo scopo di comprendere tale distorsione:
secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, il PIL procapite medio delle regioni del nord è di circa 31.000 euro annui, mentre quello delle regioni del sud è di circa 16.000 euro.
Presi così tali dati fotografano una povertà del mezzogiorno in relazione al settentrione del paese, ma è una rappresentazione, non è la realtà. Mi spiego.
Semplifichiamo il ragionamento guardando al di là del dato statistico: una famiglia del sud è composta in media da 5 persone (padre, madre e tre figli), una famiglia del nord invece è composta in media da 3 persone (padre, madre e un figlio); diciamo che entrambi i coniugi di entrambe le famiglie lavorino e producano un reddito totale lordo annuo di 60.000 euro. A parità di occupati quindi statisticamente il reddito procapite della famiglia del nord sarà 20.000 euro, mentre quello della famiglia meridionale sarà di 12.000 euro... Nel calcolo statistico semplicemente non si tiene conto della presenza di un numero di minori superiore al sud. Ad esempio il tasso di natalità in Campania al 31 Dicembre 2008 è pari a 10,5 e risulta superiore, di quasi un punto, a quello che si è registrato in Italia (9,6). Le province di Caserta e Napoli hanno fatto registrare un tasso di natalità, rispettivamente 10,8 e 11,2 superiore sia a quello regionale sia a quello nazionale; viceversa Il tasso di mortalità, in Campania (0,9) è inferiore a quello nazionale (1 morto per mille residenti) ed è più o meno uniforme nelle varie province. Sempre in Campania la propaganda ci arriva a propinare un dato di PIL pro capite addirittura di 12800 euro (l'indipendenza – quotidiano vicino al leghismo), ma se si tiene conto della sola popolazione attiva, se si escludono cioè i minori di 18 anni ed i maggiori di 65, si ottiene un dato molto diverso e cioè 20.856 euro.
Praticamente la statistica che ci propinano è come se dicesse che i figli sono causa di povertà, ma in realtà è dimostrabile il contrario.
In più il dato statistico settentrionale è falsato dalla presenza sul territorio di soggetti miliardari in numero superiore rispetto al resto del paese, che, comunque restando una sparuta minoranza, alzano la ricchezza media statistica, ma non la ricchezza reale della popolazione; per esempio in Piemonte la famiglia Agnelli è tra le famiglie più ricche d'Italia, ma questo non significa che il loro reddito sia spalmabile su quello degli operai FIAT di Torino; in più è sicuramente il fatturato FIAT che fa crescere il contributo da produzione industriale piemontese, ma Pomigliano è in provincia di Napoli, Melfi è in Basilicata e questi due stabilimenti sono gli unici che attualmente sono in pieno regime produttivo, negli stabilimenti del nord infatti la FIAT sta macinando da mesi cassa integrazione. Stesso ragionamento vale ad esempio per Banca Intesa-Sanpaolo, la cui sede di fatturazione legale è Milano, ma nella fatturazione è compresa anche tutta l'attività delle migliaia di sportelli del Banco di Napoli in tutto il sud, così come per Unicredit il Banco di Sicilia. Anche l'ENI fattura a Milano e Roma, ma il 70% dell'attività estrattiva e di raffinazione avviene tra Sicilia, Basilicata e Puglia.
La maledetta statistica che ci propinano ci dice ancora che i dipendenti regionali, a parità di popolazione, sono più al sud che al nord, ma in realtà anche questo è un dato falsato. Ad esempio negli ospedali lombardi un buon 35/40 % degli infermieri e degli Ausiliari socio-sanitari sono dipendenti da agenzie di lavoro interinale, quindi non risultano tra i dipendenti regionali, ma gravano sul bilancio della regione più che se lo fossero; ma anche per i comuni vale lo stesso ragionamento, nel senso che il ruolo svolto ad esempio dai bidelli nelle scuole dell'infanzia del sud, al nord si affida ad imprese di pulizie; quindi il numero dei dipendenti diretti è più basso al nord, ma i costi sono superiori.
Una cosa che poi sento dire spesso è che la regione Sicilia ha un numero sproporzionato di dipendenti, ma non si dice però che circa 6.000 di essi svolgono compiti che in altre regioni, ad esempio in Veneto (per citare una regione con più o meno lo stesso numero di abitanti), svolgono dipendenti statali, a causa della peculiarità di regione a statuto autonomo della Sicilia.
Insomma... propaganda... vomitevole propaganda. Non ci dicono infatti però che la Lombardia, che è il 15% della popolazione, incide per l'1,7 del PIL italiano da agricoltura, mentre la Puglia, che è il 7% della popolazione, incide per l'11% sullo stesso parametro; oppure che il Piemonte, che è l'8% della popolazione, incide per il 18% sul PIL da produzione industriale e che la Campania, che è il 9% della popolazione, incide sullo stesso parametro per il 19%. E non ci dicono nemmeno che lo stesso Piemonte incide sul PIL da produzione agricola per solo l'1,8%... insomma... propaganda... vomitevole propaganda.  

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La Propaganda

>> martedì 8 maggio 2012




Che ci piaccia o no tutti, nessuno escluso, siamo condizionati dalla propaganda,
 e molto spesso quelle che consideriamo le nostre opinioni ci sono state in realtà costruite addosso da altri. I nostri atteggiamenti e il nostro modo di vedere le cose sono spesso il frutto di una manipolazione incessante, di cui non abbiamo alcuna percezione cosciente.

La propaganda non è, come molti credono, qualcosa di vago e indefinito, ma si tratta di una vera e propria scienza, con leggi e regole ben scandite. Un manuale di istruzioni, che applicato scrupolosamente fa girare il motore. Una guida che, seguita passo passo, fa ottenere le migliori prestazioni da quel motore.

E colui che ha scritto quel manuale, che viene scientificamente applicato a tutt'oggi, è considerato uno dei 100 uomini più influenti del XX secolo, anche se pochissimi lo conoscono.

Stiamo parlando di Edward Bernays, il nipote di Sigmund Freud emigrato a New York verso la fine del 1800. Di origine ebraica, Bernays fu amico di Franklin Roosevelt e della First Lady, ... nonostante Felix Frankfurter, giudice della Corte Suprema – anch’egli di origine austro-ebraica - lo accusasse di essere “un avvelenatore professionista dei cervelli della gente”.

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