Da 150 anni ci raccontano la barzelletta del
Sud liberato dai Savoia per portarvi libertà, giustizia e progresso. Errore: la crisi del
sud è cominciata proprio con l’Unità d’Italia, imposta col sangue e governata con l’aiuto della
mafia, dopo una brutale guerra di conquista: stragi e deportazioni, da cui la tragedia dell’emigrazione, prima sconosciuta. Impressionante la rapina delle risorse: il
sud era più avanzato nel nord anche sul piano industriale. E più ricco: il regno borbonico era il più solvibile d’Europa, mentre quello piemontese il più indebitato. Anche per mettere le mani sul bottino, i Savoia si convinsero a unire l’Italia.
E’ la tesi del libro “Terroni”, di Pino Aprile, che descrive con puntigliosa documentazione una realtà sconvolgente: quella di un paese occupato,
,spogliato delle sue attività produttive, con centinaia di migliaia di morti tra la popolazione civile. Un paese “senza più padri”, costretti per sopravvivere a ricorrere – a milioni – all’emigrazione, per la prima volta nella loro storia. Tutto questo, dopo l’arrivo dei Savoia, che per prima cosa «ne depredarono le ricchezze, a partire dalla cassa del Regno delle Due Sicilie».
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