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Recensione del libro "Poesie assortite"

>> domenica 23 novembre 2014


La forma di una poesia ne determina il ritmo, che è una sua parte fondamentale e, dovendo esprimermi sui versi di Mara, direi che il ritmo è quello del battito cardiaco. In effetti però lo stile distico dei versi non ricalca lo stile classico elagiaco, una delle più antiche forme strofiche della poesia classica, ma si dispiega in un'originalità tutta sua, in cui la rima non obbliga a forzare il significato, ma è piuttosto l'opposto; il che inserisce chiaramente l'opera di Mara nella concezione poetica moderna, come si è affermata dopo il decadentismo francese a cavallo tra XIX e XX secolo.
La coniugazione tra andamento ritmico della lirica e il suo contenuto, in alcuni casi, trasmette delle vere è proprie sensazioni archetipiche; è il caso della poesia "Essere mamma", dove realmente il ritmo è il cuore di una madre che batte. L'autrice purtroppo non sempre ottiene questo risultato; in alcuni casi infatti la monotonia ritmica diviene intralcio... Come un auto che si ostini a camminare sempre con la prima marcia. Il complesso dell'opera è comunque interessante e testimonianza di una sensibilità umana che solo la poesia può esprimere. Mara permette con quest'opera di discoprire l'espressione poetica, troppo frettolosamente relegata dalla cultura contemporanea in un angolo, ignorando che non esiste altra forma scritta che permetta allo spirito dell'uomo di parlare finalmente con sincerità a se stesso e al mondo. A tale proposito mi viene in mente quanto disse Christian Bobin :"...per leggere un romanzo ci vogliono due o tre ore. Per leggere una poesia ci vuole una vita intera."

Gennaro Cangiano

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