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NON È IL SUD NÉ LA SICILIA A SPERPERARE DENARO

>> venerdì 18 maggio 2012



“Siamo stufi di chi spende male, non solo di chi non paga le tasse”, ha protestato il presidente della Confindustria del Veneto, Andrea Tomat, nel corso di un convegno, mettendo il dito sulla piaga.
Ma chi spende male e dove?
Se lo chiedessimo allo stesso Tomat, probabilmente, ci guarderebbe malamente, come a dire: c’è bisogno di domandarlo? Lo sanno tutti che a spendere male sono generalmente le Regioni, soprattutto le Regioni del Sud, e fra queste la Sicilia.
Come dare torto a Tomat? Non si scrive e non si parla d’altro, è una realtà incontrovertibile ribadita con agghiacciante frequenza da giornali, talk show ed esperti. Diagnosticato il male, conosciuta la cusa. Avrebbe ragione, insomma, il leghista Borghezio, a proporre la vendita di  Napoli agli Stati Uniti per fare cassetta e toglierci il peso delle spese campane.
C’è un dettaglio però sui cui vale la pena di riflettere: a spendere peggio non sono soprattutto le Regioni, il Mezzogiorno e soprattutto la Sicilia. Niente di più falso e canagliesco.
Per quale ragione? Nessuno conosce con esattezza l’entità del debito sommerso, statale e periferico. Di esso è abbastanza decifrabile la parte statale, ma non è ancora identificato quello delle Regioni.
Con l’Operazione Trasparenza avviata dal ministro Patroni Griffi, il governo nazionale vuole correggere le statistiche e fare emergere i pagamenti. Il monitoraggio, appena iniziato, intanto ha rivelato alcune stupefacenti  novità in controtendeza rispetto alle verità acquisite. Le consulenze d’oro, attribuite al Sud e, in particolare, alla Sicilia, sono molto ambite nel Nord d’Italia. I tagli alle spese più significativi si sono avuti nelle Regioni, e in particolare in quelle del mezzogiorno, e la Sicilia ha fatto per intero la sua parte.
 Il Dipartimento della Funzione pubblica ha verificato che le Regioni in un anno hanno speso il 52 per cento in meno per incarichi professionali esterni, i comuni il 22 per cento in meno e le province il 31 per cento, mentre lo Stato ha speso di più, nell’ultimo anno, nel settore dei Monopoli, agenzie fiscali e università.
L’anagrafe delle prestazioni, realizzata dal Ministero, ci riferisce che la flessione più consistente si è oregistrata al Sud (-20,63%) e nelle Isole (-17,24%), la variazione più contenuta nel Nord (-6,54%), mentre al Centro il conferimento degli incarichi è rimasto stabile: fra i più virtiuosi, la Basilicata e la Calabria; in netta controtendenza, invece, la Toscana, l’Umbria, la Provincia Autonoma di Bolzano, di Trento e le Marche.
Stando ai dati pubblicati dal Ministero è possibile redigere una classifica per regioni al riguardo delle consulenze testerne utilizzate dalla Pubblica amministrazione. In testa alla classifica si trova la Lombardia con 24.800 consulenti, seguita dal Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. La Sicilia? Si colloca nella fascia medio bassa. Ma se è così perché leggiamo (La Repubblica) che “la grande famiglia degli esperti del governo regionale siciliano è cresciuta a dismisura, battendo ogni record”? Mistero.
Sul quotidiano “la Stampa” un servizio dedicato alle spese folli della Regione siciliana, cita, come esempio di follia, la presenza dei “camminatori”, coloro che a piedi svolgono un’attività di “trasporto” di documenti, atti, carte della pubblica amministrazione. Ma i “camminatori” esistono, purtroppo, in tutte le Regioni e nella pubblica amministrazione. Come gli enti inutili, i liquidatori che non liquidano e tanto altro.
L’estate scorsa venne dedicato grande spazio al “privilegio” di un appartamentino al servizio del presidente della Regione, realizzato a Palazzo d’Orleans, mentre apriva battenti il Pirellone a Milano, la struttura megagalattica costata una vagonata di milioni di euro. L’appartamentino che esisteva da molti anni ed aveva subito un lieve restauro (il Palazzo è vecchio di secoli), è stato sparato come un esempio di spreco e di intollerabile privilegio da un quotidiano che nella stessa giornata, in edizione lombarda, dedicava una inchiesta alle spese “folli” dellla Regione Lombardia per il Pirellone.
Presentare il Sud e la Sicilia come la causa di ogni male, e le classi dirigenti del Mezzogiorno, come le peggiori, sono finora servite per seppellire la questione meridionale. Una mano, tuttavia, per raggiungere lo scopo, l’hanno data eccome, la politica “sudista”, le tasche bucate dei potenti e il cinismo dei partiti e dell’informazione.
Muoia Sansone con tutti i filistei, insomma.

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