Nord, Sud, Centro e debito pubblico...
>> giovedì 6 ottobre 2011
La Lega bossiana ha messo in atto una campagna menzognera di disinformazione, affermando che il debito pubblico sia strettamente correlato agli aiuti per il Mezzogiorno. E’ vero semmai il contrario.
Quando avvenne la crisi negli anni’80, lo Stato sostenne le imprese in difficoltà. Per introdurre nuove macchine e stare al passo con la modernizzazione degli impianti occorreva investire ed i tassi d’interesse erano dell’ordine del 20-25%. Fu per questo che Roma dette il credito agevolato al 4%, facendosi carico del 16 restante nel bilancio Statale. Fu questo che portò all’esplosione del debito pubblico: il salvataggio dell’apparato industriale. Vendendo i B.O.T. al 20-22% di tasso d’interesse, gli investitori stranieri concentravano qui la propria attenzione, raddoppiando in meno di cinque anni il debito pubblico al fine di pareggiare sul momento la bilancia dei pagamenti...
Nonostante questo,con riguardo al decennio 1999-2009, il Pil pro capite del Sud è cresciuto “di quasi 0,7 punti in più di quello del Nord”... Anche sul versante della spesa pubblica i dati reali raccontano una storia interessante... Le regioni del Mezzogiorno (non tutte, comunque, e non solo esse: vedi le spese pazze delle regioni a statuto speciale del Nord) assorbono indubbiamente troppa spesa pubblica corrente discrezionale, ossia quella che serve a pagare servizi e sussidi, ma da diversi anni sono gravemente penalizzate sulla spesa in conto capitale, quella che serve a finanziare gli investimenti. Consideriamo gli ultimi due anni per cui si hanno dati territoriali, ossia il 2007 e il 2008. Fatta 100 la spesa pubblica corrente discrezionale (per servizi e sussidi) a disposizione del cittadino del Nord, quella del cittadino del Sud è 106. A fronte di questo vantaggio sul versante della spesa corrente, tuttavia, il medesimo cittadino del Sud è alquanto penalizzato in conto capitale: fatta 100 la spesa pubblica pro capite del Nord quella del Sud è solo 87 (dati ISTAT). Il Rapporto Svimez 2009 evidenzia che nel 2007 la spesa pubblica pro capite nel Mezzogiorno è stata pari a 10.490 euro, inferiore rispetto ai 12.300 euro pro capite del Centro Nord...
Tornando al tasso di crescita, l'incremento del PIL del nord nel 2010 del 2% circa è dovuto al settore industriale (che nel 2009 aveva perso il 5,2% e che quindi dal 2008 è -3% circa)... il sud cresce più lentamente (+0,2%) ma con meno contraccolpi, innanzitutto perchè la crescita non avviene nell'industria, ma nell'agricoltura (il cui tasso di crescita è infatti più alto della media nazionale) e nel turismo (la Puglia cresce in tale settore più del doppio della media nazionale)... Nord e Sud in realtà non esistono... il Piemonte nel 2009 (rispettoal PIL dell'anno precedente) ha segnato -6,6%, la Lombardia -5,8%, il Veneto -5,4%, il Friuli -6%, L'Emilia Romagna -5,7%, il Trentino -5,7%...in definitiva... fatto 100 il PIL procapite del 1995 oggi il valore è 109,1 per il centro-nord e 111,2 per il mezzogiorno (ergo negli ultimi 15 anni il tasso di crescita è stato superiore al sud)... interessante, invece, il confronto tra il Nord e il Centro. Considerando Lombardia e Lazio, il rapporto tra i loro indici (134,4 rispetto a 117,6) nel 1995 attribuiva alla Lombardia un vantaggio del 14%, cioè a quell’epoca il prodotto interno lordo per abitante della Lombardia era superiore a quello del Lazio di oltre il 14%. Nel 2007 il vantaggio dei lombardi è sceso al 10%. Dopo la crisi, nel 2011, esso si ridurrà ulteriormente al 6,2%. (I dati sono della confcommercio).
Infine: il Pil delle regioni del nord (per circa 28 milioni di abitanti) è di 656 miliardi di euro circa... per il resto d'Italia (circa 32 milioni di abitanti) è di circa 562 miliardi di euro... se si tiene conto che al centro-sud il 20% della popolazione è minore, mentre al centro nord tale tasso non arriva al 12%, e che gli over 65 sono omogeneamente attorno al 20% in tutta Italia, si evince che la popolazione attiva al nord è di circa 20 milioni di unità, mentre al sud è di circa 19 milioni... tale riflessione avvicina moltissimo il tasso produttivo delle due aree del paese... ergo, nord e sud non esistono..
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