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Fiera dell'artigianato a Milano

>> martedì 9 dicembre 2014



Ieri sono andato, in compagnia della mia famiglia, a visitare la fiera dell'artigianato alla fiera  di Milano. Inutile dire che il mare di gente presente era impressionante, anche grazie  al fatto che fosse un giorno festivo e per di più ultimo giorno espositivo. Su questa esperienza ci sono alcune considerazioni che penso debbano essere condivise.
Gran parte dello spazio espositivo era dedicato alle varie realtà regionali italiane, ma anche il resto del mondo era ben rappresentato. La visita si è dispiegata tra innumerevoli stand che offrivano merce di tutti i tipi, tutti strettamente caratterizzati geograficamente. Man mano che ci si addentrava, come gocce nel fiume dei visitatori, l'attenzione era più o meno attirata dalle esposizioni tra le più eterogenee, ma tutte organizzate più o meno nello stesso modo... fino ad una musica in lontananza che riusciva a soprastare anche al rumorio e vocio della gente numerosissima. Ci avviciniamo attratti dalla musica che risultava indiscutibilmente familiare; canzoni napoletane che sole si elevavano nella routinaria e monotona esposizione degli stand che via via attraversavamo... fino a raggiungerla. Un'intero angolo del capannone 1 della fiera era occupato dalla Campania e una "pizzeria" aveva avuto la felice idea di includere la musica nella propria offerta espositiva. Il clima era categoricamente diverso dal resto della fiera; pizzaioli e camerieri vestiti da pulcinella coinvolgevano ballando o cantando ogni visitatore che avevano a portata di sguardo e questi si lasciavano coinvolgere senza pudore, determinando un clima che in nessun'altra parte della fiera si respirava. Inutile dire che abbiamo scelto di mangiare la pizza lì, familiarizzando con il personale addetto come se si fosse in famiglia. "di dove sei?" - ci chiedevamo a vicenda - "sono di Fuorigrotta" rispondeva Pulcinella che nel frattempo aveva deciso di sedere al nostro tavolo e consumare insieme a noi la sua pausa. E poi sfogliate, mozzarella, pastiera, caffè... tutto sempre condito dalla musica e dal canto di addetti e visitatori che entravano in un vero e proprio stato alternativo di esistenza quando entravano in contatto con la freschezza e la gioia che i napoletani offrivano loro come fosse un prodotto tipico, però gratuito. Nessun altro spazio della fiera è riuscito ad essere così vero. La musica ad esempio c'era anche presso lo stand dell'Emilia Romagna, ma consisteva in un balletto organizzato, tipo ballo di gruppo, su una base musicale inglese e a cui il visitatore doveva solo assistere... una banalità dove nessuno veramente si fermava interessato. Siamo tornati a casa come se fossimo stati realmente per qualche ora a Napoli e la stessa sensazione ci è stata comunicata da molti amici che in momenti diversi hanno visitato la fiera. Milanesi o stranieri che fossero, tutti ricordano particolarmente quello strano "stato dell'essere".    

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